Nel luglio 1973, sulle colline di Rimini, don Benzi aprì la prima casa famiglia. Si trattò di un nuovo modo di approcciarsi alla povertà: la condivisione diretta della vita con gli ultimi, dove l’aggettivo “diretta” fa la differenza. “Dove siamo noi, lì anche loro” ripeteva. Concretamente questo significava che i poveri si portavano in casa, perché oltre a mangiare, a pulirsi, a vestirsi, i poveri avevano fame di relazione, di famiglia. Questa fu la rivoluzione di don Benzi, dare una famiglia a chi non l’aveva. Da qui il termine casa famiglia. Lo ha spiegato bene Papa Francesco: “Grazie a don Oreste Benzi per aver dato vita alle case famiglia. La famiglia è il luogo dove curare tutti, sia le persone accolte che quelle accoglienti, perché è la risposta al bisogno innato di relazione che ha ogni persona”.
Superare l’assistenza
Dobbiamo dare ai poveri, agli ultimi, le risposte ai bisogni che essi oggettivamente hanno, che ci gridano dalla loro situazione reale. Non possiamo «fare qualcosa» per zittire la nostra coscienza. «Qualcosa» purché non ci scomodi, purché non esiga alcun nostro cambiamento, tantomeno qualche rischio. Fare «qualcosa» che non turbi le nostre alleanze, che non dia fastidio ai potenti da qualsiasi parte si trovino.
Questa carità ha fatto sempre piacere al sistema. Invece di metterlo in crisi, lo rinvigorisce, perché gli salva la faccia, perché c’è chi si fa carico delle sue vittime. (Don Oreste Benzi)
Dall’assistenza alla condivisione
Nell’assistenza l’uomo si incontra con ciò che tu dai, nella condivisione egli si incontra con ciò che tu sei, ma soprattutto con te che lo riconosci come te stesso: allora la grande sete sarà saziata, la grande fame riceverà il pane. (Don Oreste Benzi)
La condivisione diretta determina la nostra vita
La persona che condivide direttamente “si fa” l’altro, cioè l’altro entra dentro di te per cui tu non sei più quello di prima, ma come componente del tuo essere c’è l’altro.
Questo far entrare l’altro dentro di te non toglie nulla alla tua originalità, anzi la accentua, la sviluppa e la fa crescere. L’altro diventa un elemento vitale nella tua stessa vita, ti toglie dalla tua solitudine perché entra nella tua vita e ti determina. (Don Oreste Benzi)