La vita di don Oreste è stata segnata dall’incontro con i poveri, con coloro che si ritengono di valere niente, quasi chiedendo scusa di esistere. Egli stesso racconta come, da adulto, ha capito che anche suo babbo faceva parte di questa categoria di persone. Ha quindi maturato una particolare sensibilità verso i deboli, gli ultimi, coloro che danno fastidio, non vogliamo incontrare, gli scartati dalla nostra società. I piccoli, i poveri ci mettono di fronte alle nostre contraddizioni e le fanno scoppiare dentro di noi. Sono i nostri maestri e sono proprio loro che ci donano di fare esperienza, quali membra più deboli e bisognose di attenzione, di costituire un solo corpo in Cristo, fratelli fra di noi e figli di un unico Padre che ama ognuno come se fosse l’unico e tutti come se fossimo uno solo.

Il povero, colui che non conta niente

«Appena si dice la parola povero si pensa a colui che non ha, che non possiede. Invece io sento il povero come colui che non è, per cui non ha. Sento il povero come colui che non conta niente, che non ha nessuna importanza, che è come se non esistesse; è colui che si vede come impiccio e quindi non è stimato. L’atteggiamento verso il povero è allora quello di chi non lo vorrebbe tra i piedi, che si sente come un fastidio, uno dal quale si cerca di liberarsi.

Al contrario il ricco è colui che conta, al quale si dà importanza e del quale non si può fare a meno. È il padrone! Il padrone che sa, che detiene un potere e quindi fa quello che vuole, servendosi di tutto e di tutti. Ma il ricco è l’uomo più isolato del mondo, perché è solo con le sue cose che ha» (Don Oreste Benzi, Do you love Jesus?, 2005).

I poveri sono i nostri maestri

«I piccoli, i poveri ci mettono di fronte alle nostre contraddizioni e le fanno scoppiare dentro di noi.

Di fronte a loro noi cerchiamo di stare alla larga, emozionandoci sì con loro, sentendoci bravi perché li aiutiamo, ma il Signore non è lì che ci vuole! Il Signore ci vuole oltre e vuole che rendiamo vero ciò che è la realtà nella quale siamo.

Non per nulla Cristo ha detto che chi ci giudicherà al termine della vita saranno proprio i poveri: loro, gli affamati, gli assetati, i soli, coloro che sono rifiutati, perché solo essi hanno la possibilità di essere puri e quindi di giudicarci davvero» (Don Oreste Benzi).