«Sentiamo cosa ci suggerisce oggi don Oreste». È con questo spirito che decine di migliaia di persone – da sole, in famiglia, in comunità – pregano ogni giorno con Pane Quotidiano, il libretto bimestrale che propone le letture liturgiche quotidiane accompagnate da un commento tratto dalle meditazioni di don Oreste Benzi.

In occasione del Centenario, pubblicheremo ogni domenica il Vangelo del giorno con il commento di Don Oreste Benzi.

Il Vangelo della Domenica

con il commento di don Oreste Benzi

8 settembre 2024

(XXIII domenica del Tempo Ordinario – Anno B)

In quel tempo, Gesù, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidòne, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli.
Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: «Effatà», cioè: «Apriti!». E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente. E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo proibiva, più essi lo proclamavano e, pieni di stupore, dicevano: «Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!».

Dal Vangelo di Marco (Mc 7, 31-37)

Commento di Don Oreste Benzi

Dopo la guarigione di un sordomuto mentre si trovava nel territorio della Decapoli (10 città pagane), lo stupore dei presenti era segno che avevano intuito che Gesù non era un uomo solitario, che che era ben qualcosa di più: il Figlio di Dio. Cristo non poteva essere Dio se non avesse cominciato dagli ultimi perché è nella sua natura reale.
Io vorrei che aveste una santa convinzione e un profondo entusiasmo per gridare al mondo che Dio «ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e parlare i muti»; guardate i segni, che sono tra di noi, di questa risurrezione di vita. Dio vi dia la gioia di contemplare questa grande realtà!

Il commento di don Oreste Benzi al Vangelo della domenica e alle Letture è tratto dal messalino Pane Quotidiano.

Come è nato il messalino di don Benzi

L’idea nacque l’8 settembre 2000, durante un incontro di redazione di Sempre, il giornale della Comunità Papa Giovanni XXIII diretto all’epoca dallo stesso don Benzi. Era l’anno del Giubileo, e si voleva lanciare qualcosa di nuovo che lasciasse il segno, per diffondere l’incontro quotidiano con la Parola di Dio e un aiuto a tradurla in azioni concrete per costruire un mondo nuovo.

La prima preoccupazione fu per don Oreste: lui era un prete d’azione, non da scrivania. Sempre in viaggio e al telefono, con una Comunità Papa Giovanni XXIII diffusa ormai in tutta Italia e in vari Paesi del mondo. «Potrei aiutarlo io» intervenne Viviana Viali, una giovane consacrata, collaboratrice del giornale, che da tempo trascriveva e archiviava omelie e meditazioni di don Oreste che utilizzava per il suo cammino spirituale. Avrebbe potuto supportare il Don nella ricerca dei commenti, sia inserendo i nuovi da lui prodotti che pescando da questo archivio. Si decise di partire.

Nel 2001 furono realizzati due numeri unici di Pane Quotidiano che suscitarono subito notevole interesse e così nel 2002 il nuovo periodico venne registrato e iniziò a diffondersi sia in libreria che su abbonamento, divenendo nel giro di pochi anni uno dei messalini più diffusi in Italia.

«Questa è profezia!»

Un ruolo particolarmente significativo Pane Quotidiano lo ha avuto all’alba del 2 novembre 2007, quando si diffuse la notizia della morte di don Benzi. Alle 6 del mattino arrivò il vescovo di Rimini, Francesco Lambiasi, entrò nella piccola cameretta spoglia e si inginocchiò ai piedi del letto su cui giaceva il sacerdote.
Il vescovo iniziò a pregare il rosario assieme ai pochi presenti. Tra di loro c’era Kristian Gianfreda che si ritrovò tra le mani una copia di Pane Quotidiano. Lo aprì alla pagina del giorno e, nel leggere il commento alla lettura, rimase incredulo: sembrava la descrizione esatta di quello che stavano vedendo in quel momento.

Lesse ad alta voce: «Nel momento in cui chiuderò gli occhi a questa terra, la gente che sarà vicino dirà: è morto. In realtà è una bugia. Sono morto per chi mi vede, per chi sta lì. Le mie mani saranno fredde, il mio occhio non potrà più vedere, ma in realtà la morte non esiste, perché appena chiudo gli occhi a questa terra, mi apro all’infinito di Dio…».

«Questa è profezia!» esclamò il vescovo.

Quelle parole erano state scelte e stampate mesi prima, eppure sembrava che fosse lo stesso don Benzi a pronunciarle in quel preciso momento, per infondere speranza anche in un momento di grande dolore.

Pane Quotidiano oggi

È quello che succede anche oggi quando si prega con Pane Quotidiano. Attraverso i suoi commenti – tratti dalla immensa miniera di meditazioni che don Benzi ha lasciato in decenni di apostolato – il sacerdote dalla tonaca lisa continua a guidare decine di migliaia di persone in un cammino di conversione continua, per passare, come amava dire, «dalla devozione alla rivoluzione» proposta dal Vangelo.

Oltre alla versione cartacea, che continua ad essere diffusa nelle librerie cattoliche e su abbonamento, Pane Quotidiano è fruibile anche attraverso una App dedicata, con la quale si può attingere anche alla vita dei santi (spesso citati da don Oreste) e persino inviare una preghiera di intercessione rivolta al sacerdote, per cui è in corso la causa di beatificazione.