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Rimanere giovani in Dio

Ogni generazione che viene al mondo ha il diritto di trovarci come se noi iniziassimo in quel momento, portando tutta la nostra ricchezza interiore; gli altri hanno il diritto di vederci sempre giovani, mai devono essere castigati a vedere il nostro invecchiamento. È solo il peccato che spegne tutto e fa invecchiare; perché il peccato è il limite, quindi è la morte: affossa lo spirito umano che, fatto per Dio, guarda sempre all’oltre e all’infinito.

Messa Comunitaria del 22/02/1986 – 2° Domenica di Quaresima – Anno C

Possiamo correre il rischio di avere un’attività umana estremamente intensa, ma priva di Dio. È l’esperienza di Dio che rende l’attività umana profonda esperienza dell’uomo, perché le dà il pieno senso. È indispensabile l’esperienza della preghiera perché l’uomo possa fare esperienza piena di Lui e nell’esperienza di Dio l’uomo capisce tutta la pienezza della sua dignità di uomo e arriva a capire il significato della sua esistenza. Tu non puoi fare a meno di Dio, per cui fai diventare il tuo dio qualcosa o qualcuno. Questo noi dobbiamo temere! Non dobbiamo temere di amare troppo, dobbiamo temere di amare poco. Non dobbiamo temere di pregare troppo, dobbiamo temere di pregare poco. Non dobbiamo temere di donarci troppo, dobbiamo temere di non donarci a Dio, perché diventa impossibile poi donarsi all’uomo.

Messa Comunitaria del 01/12/1984 – 1A Domenica di Avvento, Anno B

La triplice via dell’Avvento: l’umiltà, riconoscere il limite della nostra persona, la serena visione del nostro realtà; poi la contemplazione delle meraviglie che Dio ha operato dentro di noi; infine l’obbedienza ad un dono che è prima di noi e che fa cessare in noi quel modo di esistere da padroni che rovina tutta la storia umana. Riconciliandoci con noi stessi, scopriamo che non c’è un peccato del nostro fratello di cui noi non siamo responsabili e possiamo così riappropriarci dell’infinito di Dio.

Messa Comunitaria del 19/02/1983 – 1° Domenica di Quaresima – Anno C

Dobbiamo chiedere allo Spirito Santo che per ognuno di noi venga quel momento di crisi profonda e piena in cui sentiamo che al di fuori di Lui non abbiamo nessun altro nel quale possiamo essere salvi. È il momento in cui noi nasciamo veramente a Dio, è il momento della nostra conversione. Noi dobbiamo chiedere al Signore che venga quel momento in cui ci sia impedito di barare, di ingannare. La Quaresima è il segno che indica e contiene questa conversione, se siamo fedeli a quello che la Chiesa ci propone.

Messa Comunitaria del 27/11/1982 – 1° Domenica di Avvento – Anno C

L’Avvento è quel periodo che ci immerge nell’attenzione a Cristo che viene e che ci richiede delle condizioni perché Cristo venga accolto da noi. È il periodo particolare della conversione a Lui, un momento stupendo di verità, un momento di grazia grande: è Dio che entra in noi. Convertirsi è fare comunione con Cristo, è decidere finalmente cosa si vuole essere; e le conseguenze della conversione sono il mondo stupendo di Dio.

Messa Comunitaria del 04/09/1982 – 23° Domenica Tempo Ordinario – Anno B

Trascrizione della prima omelia di una messa comunitaria a Rimini di cui si è in possesso della registrazione.
Non potrà mai avvenire un cambiamento su questa terra se prima di tutto non cambio io. Il mondo si trasforma nella misura che io mi trasformo e ho il coraggio della verità non da proclamare agli altri ma prima di tutto da proclamare a me stesso. Allora finalmente, da uno stato di semicosciente ipocrisia e falsità, costringo me stesso ad entrare nella verità della vita.

La nostra vocazione

Non solo lavorare per il Signore, ma “vivere” con il Signore.I poveri ci fanno stare con Cristo, e ciò è meraviglioso, ma non basta: è necessario arrivare al punto che è Cristo che ci fa stare con i poveri. Se la nostra vita non diventa posseduta da Cristo e quindi dai poveri, si corre il rischio che questi siano traditi anche da noi.

Un legame che cambia la vita

Tratto da “La Resurrezione”

Da dove vengono i mali che affliggono la gente? Vengono dal di dentro dell’uomo, dal cuore dell’uomo.Perché l’uomo mette al posto di Dio se stesso e al posto dell’amore a Dio l’amore alle cose, al posto dell’amore al prossimo lo sfruttamento degli altri. Il mondo è la realtà organizzata fuori di Cristo: lui ha vinto il mondo; la nostra fede in lui vince il male che vi è nel mondo. Stare uniti a Gesù, che è la via, la verità, la vita, è il segreto per cambiare questo povero mondo, messo così male.

Il mio segreto? Non fare piani

Per il cristiano il segreto della storia è l’impegno del presente, perché aderendo al presente sa che prepara il cammino per dopo. Quando dico di non fare piani, intendo dire che il presente ci dà continui segni del cammino che dobbiamo fare; davvero le classi umili e povere ci indicano il cammino, perché portano su di sé maggiormente i peccati di tutta la comunità.
L’unico problema non è sapere cosa si deve fare, ma sapere cosa si deve essere. Rispondere al presente vuol dire proprio inchiodarmi nella realtà, ma nella coscienza di quello che sono.
Non far piani vuol dire che il piano c’è già, che ho già la risposta alla mia vita.