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La strategia dei mondi vitali

I primi cristiani avevano fatto la libera scelta di “essere” insieme, di “esistere” insieme. Si erano convertiti a Cristo e Gesù era il loro nuovo “essere”, che dava origine al nuovo “essere comportamentale comune”. Come realizzarlo oggi?
La prima linea strategica parte dal basso. Occorre che le persone che non accettano le regole del profitto e che vogliono intraprendere la strada del gratuito s’incontrino per dare vita a “mondi alternativi”, fondati su un sistema di relazioni interpersonali basate sul gratuito. All’interno di questi “mondi vitali” deve nascere non tanto la elaborazione teorica, quanto la sperimentazione di vita.

Carcere, Residuo di ingiustizia

Tratto dal “Corriere Romagna di Rimini”

Il carcere deve essere una struttura rieducativa, terapeutica, non vendicativa; deve essere un ambito di vita dove tutte le potenzialità positive presenti in chi ha commesso il delitto vengono stimolate, sviluppate, accresciute, in modo che chi ha sbagliato si redima.
Oggi invece chi viene messo in carcere è già distrutto per sempre come persona sociale. Viene ritenuto un avanzo di galera.

Anche gli zingari sono figli di Dio

Tratto dal “Resto del Carlino – Ed. Rimini”

Il loro vero nome è Rom (uomo) o meglio Manouches (uomo libero). Il nome zingaro (intoccabile) glielo abbiamo affibbiato noi. Dico sempre a loro che devono osservare le nostre leggi, che non devono rubare o sfruttare i bambini, e che noi vogliamo rispettare i loro diritti come popolo.
Io insisto: incontrarsi per capirsi, capirsi per vivere insieme… Togliamo via l’odio e la paura.

Renderci insopportabile l’ingiustizia

I poveri spereranno nella misura che cresceranno degli uomini veramente liberi che si sentiranno coinvolti nel fratello che subisce l’ingiustizia. Solo quando ci sentiremo colpiti dentro di noi nell’ingiustizia subita dal fratello, finalmente quel fratello spererà.
Se io non mi sento maledetto con i maledetti, disprezzato con i disprezzati, potrò dar loro una mano ma poi io rimango con me stesso e loro rimangono con se stessi. Invece la condivisione è l’altro che entra con la sua realtà dentro di te: non ti fa più essere quello che eri prima, perché ti fa diventare insopportabile l’ingiustizia.
Condividendo ti accorgerai poi che il povero ti ha liberato, che il povero ti ha aperto la mente: insieme a lui, mettendoti al suo fianco, ti accorgi che cominci un cammino di liberazione!

Messa Comunitaria del 04/09/1982 – 23° Domenica Tempo Ordinario – Anno B

Trascrizione della prima omelia di una messa comunitaria a Rimini di cui si è in possesso della registrazione.
Non potrà mai avvenire un cambiamento su questa terra se prima di tutto non cambio io. Il mondo si trasforma nella misura che io mi trasformo e ho il coraggio della verità non da proclamare agli altri ma prima di tutto da proclamare a me stesso. Allora finalmente, da uno stato di semicosciente ipocrisia e falsità, costringo me stesso ad entrare nella verità della vita.